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Il Progetto

Il progetto Mangio in ufficio si sviluppa in un momento in cui la socialità del pranzo è stata ridotta ai minimi storici, per motivi che vanno ben al di sopra delle nostre scelte.

Per tutto il secolo scorso, la pausa pranzo, è stata utilizzata come battaglia sociale dagli operai per poi trasformarsi ai nostri giorni, in una molteplice offerta culinaria spesso incentrata sul benessere dei lavoratori, che siano in ufficio o in fabbrica. Cresce il bisogno di equilibrare l’alimentazione e, di conseguenza, adottare un regime sano e completo dell’apporto calorico necessario al compimento delle attività giornaliere.

La nostra idea è nata qualche anno fa ma, per mancanza di tempo, non ci è stato possibile portarla avanti. Questo strano momento di sosta forzata e di necessità da parte di tutti noi di rivedere tempi, rapporti, stili di vita, dettati ora da un momento di stop mondiale da parte di un piccolo virus, molto potente, ci ha dato la possibilità di sviluppare il nostro progetto.

Non siamo qua per parlarvi di storia e grandi battaglie per i diritti, ma di una passione, quella per l'oriente, e un'idea, nata dall'attuale oggettiva difficoltà di lavorare con la socialità e il cibo. 

Portarsi il cibo da casa non è esattamente un'operazione nata in questi giorni, il contenitore è stato studiato nei secoli da molte popolazioni: partendo dal Bentō giapponese, il Baon nelle Filippine, il Dosirak in Corea, il Biadang in Taiwan e il Tiffin India. Anche in Italia esistono dei termini ben conosciuti come la “gavetta” militare che fece le sue prime apparizioni nel 1823 con il nome “gamellino” in cui la forma e la capacità non venivano indicate.

Il termine Gavetta appare per la prima volta nei nostri ordinamenti nel 1833, e da li non scomparirà più seppur modificandosi nella forma e nei suoi utilizzi. 

Passiamo poi alla più conosciuta “schiscetta” un termine dialettale riferito originariamente al contenitore per il trasporto e il consumo di vivande (detto “marmitta” o “portavivande”), usato tipicamente da operai e studenti. Il termine è tuttora utilizzato nel linguaggio comune principalmente in Lombardia e in parte del nord Italia (in Piemonte il portavivande è invece conosciuto come barachin) per descrivere l’azione di portare il cibo sul luogo di studio o di lavoro, e.g.: “Portare la schiscetta” può significare portare un frutto, un panino, uno yogurt, cibo da riscaldare etc..

Non vorrei tediarvi e distrarvi dal punto cruciale, perchè è l'insieme di questi pensieri che ci ha portato a realizzare il nostro progetto.

Mangioinufficio vi propone un pasto completo, ve lo consegnamo noi direttamente sul posto di lavoro. E' una pratica scatola di dimensioni consone ad un pranzo in ufficio, che si adegua a diverse esigenze. La potete trovare attrezzata per i più golosi, oppure adatta a chi pensa alla forma fisica, ai vegetariani e pone attenzione a chi ha problemi d'intolleranze anche al glutine.

Le abbiamo dato un nome, per simpatia, pensando agli uffici e alla scuola, si chiama “Astuccio” e ci auguriamo che possa diventare “l'astuccio dei vostri (desideri) pranzi”.